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I nostri Tessuti

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Il nostro obiettivo? Proporre costantemente l’eccellenza sotto ogni aspetto. Dal modello di toga ai tessuti utilizzati troverai attenzione al dettaglio e cura professionale. 

Vantiamo prodotti di impareggiabile qualità e ricercatezza, per soddisfare ogni nostro cliente. Grazie alla selezione delle migliori materie prime confezioniamo le nostre toghe rigorosamente con lavorazione sartoriale artigianale. 

Consulta l’articolo sui diversi modelli di Togaacquista qui il tuo preferito.

I nostri tessuti

Proponiamo materie prime di altissima qualità, comode, confortevoli, eleganti e durevoli ma soprattutto… artigianali.

Il nostro assortimento comprende:

Tela Vaticana

Il suo punto di forza?! Non sgualcisce facilmente. Ha un peso medio leggero con qualità misto lana.

Cady

È un tessuto leggero e morbido con caduta eccellente. Con qualità mista lana e seta.

Tasmania

È leggero ed elegante. Comunemente utilizzato per creazioni pregiate o per capi di abbigliamento molto leggeri.

Grazie alla sua fibra sottile è possibile creare abiti ”senza peso”. Si adatta perfettamente alla forma del corpo, seguendo ogni movimento.

È un tessuto molto resistente, apprezzato per la sua caratteristica termoregolatrice in grado di mantenere un livello ottimale della temperatura del corpo, lasciando traspirare la pelle senza mai eccedere. Un tessuto estremamente morbido, adattabile ad ogni stagione.

Faille

È una tela in pura lana vergine, con lavorazione a coste oblique. È un tessuto lievemente lucido con una qualità in fresca lana.

Confort

È difficile da sgualcire, perfetto per un utilizzo pratico. È di qualità sintetico.

Campionario dei tessuti

Se sei ancora indeciso sulla qualità da scegliere consulta il nostro campionario dei tessuti.

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Visita la nostra pagina Modelli di Toga e scegli la qualità per confezionare la tua Toga

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Udienze e dibattimenti, obbligo di indossare la Toga

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Obbligo di indossare la toga nelle udienze e nei dibattimenti 

Si parla spesso dell’obbligo di indossare la toga per gli avvocati durante le udienze e i dibattimenti, ma inesorabilmente i tempi cambiano e con essi anche il dress code e le usanze in merito ad esso.

Certi che il tempo avanzi e le usanze si evolvano, volevamo riportare le parole dell’Avv. Rosanna Rovere che ci parla dell’obbligo di indossare la toga, dove, con semplici e brevi parole riporta in superficie i significati nascosti, i sentimento sottaciuti all’immagine dell’avvocato, durante l’esercizio della sua professione, con indosso la toga,

La solenne toga…

Vi riportiamo le sue parole, che sapranno essere più dirette e coincise, ma cariche di quel sentimento che accomuna tutta la comunità forense.

“L’obbligo di indossare la Toga nelle udienze dibattimentali è previsto dall’articolo 105, comma 4 e 5 R.D 6 gennaio 1927 n. 3, tuttora in vigore.”

“Al di là dell’obbligo di legge, punibile con sanzione disciplinare, noi Avvocati abbiamo l’obbligo di indossare la toga nel corso delle udienze penali ed ovunque sia richiesto, anche in sede civile con la consapevolezza di non essere assoggettati ad un obbligo, ma di essere investiti di un onore e di un privilegio, anche se oneroso e fonte di responsabilità.”

Aggiunge…

“La nostra toga è infatti il simbolo esteriore dell’altissima funzione sociale, intellettuale e morale che siamo chiamati a svolgere, è veste che connota il ruolo essenziale della difesa nella dialettica del processo, è punto di riferimento del cittadino che chiede difesa dei propri diritti violati; è simbolo esteriore di libertà e prestigio.”

“Indossiamola sempre, indossiamola tutti, e portiamola con onore.”

 

Vi lasciamo al suo pensiero sull’obbligo della toga, che noi di Avvocatointoga.it condividiamo e appoggiamo in pieno.

Autore: Avv. Rosanna Rovere

Presidente: Ordine Avvocati Pordenone

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Scopri le nostre toghe nella sezione Toghe online, scegli il modello e il materiale che preferisci.

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La cordoniera

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Come avveniva in passato, anche oggi la toga è corredata da accessori specifici che ci consentono di distinguere le diverse cariche di chi la indossa, il colore di questi accessori può differire in base alla carica rivestita, uno di questi elementi è la cordoniera

Tralasciando il tessuto più o meno pesante con cui viene confezionata la toga e al di là del modello provvisto di pieghe la cui ampiezza può variare significativamente la cordoniera rimane un importante elemento distintivo della toga.

I colori di questo elemento decorativo variano in base alle magistrature superiori innanzi alle quali l’avvocato è abilitato a patrocinare. 

Un colore un significato

La cordoniera, permette di riconoscere i ruoli e le cariche delle varie attività forensi:

  • nel colore oro e nero appartiene agli avvocati cassazionisti
  • quella oro e argento è prerogativa degli avvocati che non sono legittimati a esercitare il patrocinio presso la Suprema Corte
  • quella color argento nei magistrati indica che sono di prima nomina
  • quella dorata invece è riservata ai professionisti che hanno molti anni di servizio alle spalle
  • il rosso appartiene ai cancellieri
  • il bianco è riservato agli avvocati tirocinanti

Ora che abbiamo un’idea più chiara su quali siano i colori di questi fondamentali accessori, visita lo shop e acquista la tua cordoniera, saremo felici di fornirti il colore adatto alla tua carica e un prodotto di ottima qualità e fattura.

Fonte: Legaldesk

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Visita la nostra sezione Accessori della toga e scegli la cordoniera adatta a te.

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Curiosità sulla toga, parla un Avvocato

Storie e Tradizioni dalla parte dei Professionisti

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Nonostante i tempi cambino, nonostante i nuovi costumi, gli avvocati, tenendosi stretto l’onore che l’esercizio di questa professione richiede, sono fortemente legati alla storia, la tradizione, alle “regole” che mantengono solidi i principi insiti nella comunità forense, non lasciandosi scappare le correlate curiosità sulla toga.

Ecco che, grazie ad un cultore di questa comunità, volevamo riportarvi alcune parti dei suoi scritti, alcune “chicche” donateci su quello che rappresenta per noi oggi, e per la società nella storia, vestire una toga.

Per sua volontà l’ Avvocato preferisce restare anonimo, ma grazie alla sua cordialità possiamo leggere delle parole sincere, cariche di orgoglio e di conoscenza.

In una sua e-mail rivolta ad avvocatointoga.it scrive alcune curiosità sulla toga:

In realtà in fatto di “costume” e “robe” circa la toga potrei non aggiungere nulla a quanto Voi forse sapete già, ma un impegno è un impegno, quindi proviamo.

Intanto; “toga”: che sia il tegumento (è la stessa radice di tegola…) quindi una copertura che ci accomuna alla …tega della fava… ahimé ….è indubbio ma è una cosa che “copre” quindi “veste”; diventa nera nel medioevo quando il nero è il colore di chi se lo può permettere e della severità sacerdotale.

Il processo è “celebrazione” sacramentale, l’aula il luogo in cui il diritto come concetto astratto naturale o scritto scende sulla terra per essere applicato nei fatti e nelle persone dai suoi sacerdoti secondo il ruolo di ciascuno intorno all’altare di tale divinità laica. Serve una liturgia … i codici del rito. Ecco che i “giuristi” diventano sacerdoti.  (il Giudice siede in alto. È magis stratus). Tutti officiano il rito e perciò non stanno in borghese con la sola tunica domestica o con le brache germaniche da cavalleria.

Una prova; non so se sia risaputo, ma la toga della Repubblica Francese ha i bottoni e sono trentatré come gli anni di Cristo. A contarli hanno gli stessi bottoni le talari dei preti cattolici.

Le dissi che ebbi da praticante a mani in Tribunale un vecchio codice del rito degli anni sessanta. Vi trovai dentro il testo del Regio Decreto del 1865 (n. 2641 G. U. 20\12\1865), tutt’ora in vigore.

Capo V°, “Delle divise della Magistratura, Avvocati e Procuratori”

Dall’art. 156 si prescrive divise d’udienza e divise per “presentarsi individualmente in forma ufficiale e solenne”.

Il Giudice, in udienza pubblica, veste zimarra,( żimarra s. f. [dallo spagn. zamarra, di origine basca] (sec. 16°) sopravveste maschile di ampiezza notevole e di lunghezza variabile, talvolta foderata di pelliccia, (cfr. Cassazione) con collo per lo più a scialle e maniche di taglio ampio; nel sec. 18° indica la veste da camera per uomini: altri ti veste La serica z., ove disegno Diramasi (Parini); don Abbondio stava … sur una vecchia seggiola, ravvolto in una vecchia zimarra. (Manzoni); nel sec. 19° è passato poi a indicare ogni soprabito (o sopravveste) lungo e abbondante, una sorta di cappotto o pastrano) cintura di seta, tocchi con numero di galloni variabili a seconda di gradi e funzioni, nappine d’oro, cordini e collari di battista.

Tessuto: di velluto rosso per i primi presidenti di Cassazione (ed equiparati),

Panno rosso per i Consiglieri (ed equiparati).

Magistrato fuori dall’aula (per cerimonie esterne al Tribunale) deve indossare una particolare marsina. 

Aggiunge:

E io… gliela farei ancora mettere…. 

Prosegue:

Art. 166:

“L’abito è a taglio dritto e ad una fila di nove bottoni, con falde distese, finte orizzontali alle tasche con tre bottoni posti orizzontalmente sotto le finte e fiorone in ricamo in mezzo a queste.

L’abito di tutti i membri giudicanti è di velluto con rovescio di raso alle falde; per tutti gli altri funzionari è di panno, con collaretto, paramani e finte di tasche di velluto, e rovescio alle falde, di seta per tutti i funzionari delle corti d’appello, e di panno per quelli dei tribunali e delle preture.

I pantaloni sono di panno con gallone lungo la cucitura esteriore. 

Il gallone è in oro per il primo presidente e procuratore generale di cassazione, tessuto in argento con striscia d’oro per i primi presidenti e procuratori generali; d’argento per i presidenti di sezione e avvocati generali delle corti d’appello; di seta con striscia d’oro nel mezzo per i consiglieri e sostituti procuratori generali di cassazione; e di seta nera per tutti gli altri. (cfr smoking e frac)

Il corpetto ha una fila di bottoncini, ed è di raso per tutti i membri giudicanti e del ministero pubblico delle corti; di panno per tutti gli altri funzionari delle corti, dei tribunali e delle preture.

I bottoni dell’abito e del corpetto sono di metallo dorato, convessi e colle insegne dell’autorità giudiziaria sormontate dalla corona reale, il tutto in rilievo e velato su fondo brunito”.

La divisa prevede spada, con impugnatura in madreperla, per la “uniforme civile” della magistratura; un ibrido a metà strada tra il Giurista e l’Ufficiale di Cavalleria.

La toga nasce a Roma. È un drappo (di diversi colori) che si indossa sopra la tunica, annodato sulla spalla sinistra per avvolgere il corpo e passato sotto l’ascella destra, per lasciare libero il braccio. Quindi certi film con i romani in accappatoio e braccia nude …. sono irrealistici.

La toga poteva essere indossata solo dai cittadini romani maschi e liberi, che rivestivano determinate cariche e funzioni. Essa infatti era l’emblema visibile del potere civile e politico di chi esercita funzioni pubbliche di un certo rilievo. Le toghe hanno colori e fogge diverse e possono essere indossate in situazioni particolari e solo da chi ricopre appunto certe cariche. 

Insomma il dress code c’era già.

Sotto gli imperatori ad esempio, non si entrava in Foro senza indossare la Toga; ecco perciò che trova fondamento l’espressione “Principe del Foro” il princeps nell’esercito romano è il milite di…seconda… linea dietro gli hastati e prima dei triari che erano i veteranissimi. Primo nel Foro in epoca romana era un concetto inesistente.

La toga bianca, è quella del candidatus: ossia  chi si candida alle elezioni, perché è candido e pulito e nulla ha da nascondere e tale la porterà in senato. La porpora totale è solo dei re (dell’imperatore), quella orlata di porpora invece è l’indumento distintivo di magistrati senatori e cavalieri.

Basta guardare in chiesa dove qualcosa è rimasto. 

Chi officia porta una stola ampia e colorata secondo il tempo liturgico (un preciso tempo la esige rossa) i “chierichetti” (ministranti indi soggetti che “ministrano” “servono” al sacerdote) hanno delle fasce verticali rosse e strette. Sono quel che resta della “forza” i cavalieri con l’orlo piccolo angusticlavio, contrapposto a laticlavio sanatoriale, si identifica il ceto dei milites poi equites quindi della “forza” i cavalieri si diceva.  

Ciò dovrebbe spiegare perché l’uniforme in marsina del giurista è un ibrido fra le due “funzioni”, la marsina non ha le code ed il giacchetto corto “perché così è elegante” ma perché così è funzionale; si può chiudere sul petto a cavallo ma non ingombra sulle gambe, ed una volta a terra… non si vede il tergo.

Stretta è la foglia larga la via … se sono rose fioriranno… non ci sono più le mezze stagioni e a la via così. »

Conclude così il nostro stimatissimo Avvocato, che con queste solenni parole tiene ben saldo il suo rispetto per la professione e ci regala un po’ di quella passione che serve per andare avanti, riconoscendo il valore assoluto consacrato dalla storia.

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